La musica per i documentari industriali
Sperimentazione audiovisiva e avanguardia musicale nel cinema industriale italiano degli anni Sessanta
di Alessandro Cecchi
In Italia il cinema industriale nasce molto presto. Le prime produzioni sono legate a Torino, sede della Ambrosio Film, attiva dal 1905, e della FIAT, che ricorre prontamente alla comunicazione cinematografica, come attestato dalla testimonianza più antica: il film di Luca Comerio Le officine della Fiat (1911).
L’avvento del suono sincronizzato non trova impreparata la FIAT, che commissiona filmati promozionali sonorizzati già a partire da Sotto i tuoi occhi (1931). Negli stessi anni la Cines, sotto la direzione di Emilio Cecchi, si dedica alla produzione di documentari; tra questi il lungometraggio industriale diretto da Walter Ruttmann, Acciaio (1933), interamente girato nelle acciaierie di Terni, su soggetto di Luigi Pirandello e con musiche di Gian Francesco Malipiero. Il film, caratterizzato da un lavoro di montaggio e sincronizzazione esemplare, inaugura la vocazione sperimentale del genere e la tendenza a un uso espressivo delle musiche, valorizzate sapientemente dal regista ai fini di un’efficace comunicazione cinematografica.
Non molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, che segna naturalmente una battuta d’arresto, il cinema industriale torna in auge, fino a diventare un elemento fondamentale della comunicazione d’impresa. Significativamente nel corso della prima metà degli anni Cinquanta alcune delle maggiori realtà industriali si dotano di reparti cinematografici interni: nascono il Gruppo Cinema della Montecatini (1952), il Cinefiat (1953) e la Sezione Cinema Edisonvolta (1955), per citare solo le esperienze più continuative. In questi anni si pongono le premesse per un utilizzo sistematico del cinema da parte delle imprese, che si accentua con la successiva stagione di forte crescita economica, sostenuta da una rapida industrializzazione, nota come “miracolo economico” (1958-1963). La congiuntura è favorevole alla produzione cinematografica: alle maggiori capacità di investimento liberate dalla crescita economica si aggiungono agevolazioni e finanziamenti statali; inoltre fioriscono rassegne, premi e festival espressamente dedicati al documentario industriale. Le principali imprese private italiane (in particolare FIAT, Olivetti, Italsider) ma anche alcune imprese pubbliche di interesse strategico (ENI) e alcuni centri di ricerca scientifica (CNRN, poi CNEN, infine ENEA) finanziano produzioni cinematografiche destinate alla promozione dell’immagine aziendale. Le finalità non sono tanto quelle di pubblicizzare i prodotti finiti, quanto piuttosto di offrire un servizio di informazione e divulgazione scientifico-tecnologica e insieme di documentare le fasi di progettazione, ricerca, produzione e lavorazione dei beni, con un forte accento sull’impatto sociale e culturale del progresso tecnico e dell’industrializzazione. Le aspirazioni artistiche dei committenti legati alle realtà industriali più innovative sul piano tecnologico incoraggiano il coinvolgimento di registi, sceneggiatori, compositori, grafici e disegnatori affermati sul piano nazionale o internazionale, dando vita a una moderna forma di mecenatismo. Ne nascono film che da un lato risultano funzionali alla comunicazione d’impresa, dall’altro si caratterizzano per un alto grado di sperimentazione audiovisiva, dove la musica e il suono svolgono un ruolo decisivo.
La ricerca svolta nell’ambito del progetto Cabiria si è concentrata su questa stagione particolarmente intensa del cinema industriale, indagando soprattutto due aspetti: la presenza di musica elettronica (composta di suono sintetico e/o concreto) e la collaborazione di compositori riconducibili alle avanguardie musicali, che nel loro insieme hanno prodotto uno dei mutamenti più significativi nel paesaggio sonoro del cinema industriale. Tra i nomi di compositori coinvolti in produzioni cinematografiche di una o più imprese figurano Luciano Berio, Vittorio Gelmetti, Angelo Francesco Lavagnino, Egisto Macchi, Gino Marinuzzi jr, Franco Potenza. In questo passaggio il biennio 1959-1960 è decisivo: prodotti come il film CNEN Ispra 1 (Gian Luigi Lomazzi, 1959; musica di Luciano Berio) o il film Olivetti Elea classe 9000 (Nelo Risi, 1960; musica di Luciano Berio) sono destinati a influenzare profondamente lo sviluppo successivo del genere, caratterizzato da film industriali sperimentali di notevole impatto audiovisivo e musicale. Tra questi il film Italsider Il pianeta acciaio (Emilio Marsili, 1962; musica di Franco Potenza), il film Fiat F4CB. Acciaio su misura (Victor de Sanctis, 1965; musica di Angelo Francesco Lavagnino), i numerosi film Eni con musica di Egisto Macchi – tra i quali il celebre lungometraggio La via del petrolio (Bernardo Bertolucci, 1967) – e le produzioni CNEN di Virgilio Tosi con musica di Franco Potenza, senza dimenticare le produzioni Fiat e Olivetti della fine degli anni Sessanta con musica di Vittorio Gelmetti.
Nello svolgimento della ricerca è stato fondamentale il contributo dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea - Centro Sperimentale di Cinematografia, che conserva le pellicole della quasi totalità delle imprese italiane, mettendo a disposizione degli studiosi copie digitali. Per altri versi la ricerca si è scontrata con difficoltà oggettive, poiché i documenti in grado di testimoniare la storia della produzione di questi film, salvo rarissime eccezioni, risultano dispersi: spesso sono andati distrutti, e a questo stesso destino sono andati incontro, in certi casi, perfino i negativi delle pellicole. Sporadici ritrovamenti di manoscritti musicali o di nastri magnetici ― una tipologia di fonte particolarmente rilevante ai fini della produzione cinematografica ― hanno avuto luogo per lo più presso i fondi privati dei compositori. La ricerca ha riguardato anche questioni teoriche e metodologiche, che hanno portato alla proposta di un approccio semiotico-strutturale alla comunicazione audiovisiva, con particolare enfasi sul contributo svolto dalla componente sonora e soprattutto dalla musica.
Bibliografia: Alessandro Cecchi, A Music Semiotic Perspective on the Italian Industrial Cinema of the Economic Miracle: The Technology Paradigm and the Modes of Audiovisual Representation, in Film Music: Practices, Theoretical and Methodological Perspectives. Studies around Cabiria Research Project Studies around Cabiria Research Project, a cura di Annarita Colturato, Torino, Kaplan, 2014, pp. 241-263; Alessandro Cecchi, Creative Titles: Audiovisual Experimentation and Self-Reflexivity in Italian Corporate Industrial Films of the Economic Miracle and After, in «Music, Sound, and the Moving Image», 8/2, 2014 (Titles, Trailers and End Credits, a cura di Guido Heldt e Phil Powrie), pp. 179-194.